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Restauro di un Commodore PET 8032-SK.

Posted on 29 Marzo 2018 by Apulia

To read an English translation of this post, please click here

Restauro del PET 8032 SK del socio Marco Vanesio.

Il difetto segnalato è il peggiore: lo schermo nero. Il computer non dà alcun segno di vita.
Per l’occasione viene utilizzato il nuovo oscilloscopio dell’associazione, acquistato in occasione del debugging del prototipo del Galaksija, di cui ci siamo già occupati in questo articolo.

All’attività di restauro partecipa per lungo tempo anche il socio Michele Perniola: indimenticabili le notti passate a chattare seguendo le sue indicazioni per ottenere le misurazioni necessarie ad individuare il/i possibile/i guasto/i. I soci seguono le nostre chiacchierate come se stessero assistendo ai dialoghi tra il centro di comando di Houston e l’equipaggio di una delle navette in procinto, negli anni ’60, di atterrare sulla Luna.

Sono sottoposte a verifica tutte le attività presenti sulla mainboard, da quella della CPU a quella delle eprom. Da queste verifiche la CPU risulta integra, sebbene soggetta a dei riavvii ciclici. Con l’aiuto di un Sinclair ZX Spectrum testo tutte le RAM presenti sulla scheda madre. Scovo così ben tre chip 4116 fuori uso.

Ciò nonostante, il computer continua a non eseguire il boot. Le letture, mediante l’oscilloscopio, su alcuni pin dell’integrato CRT 6545, risultano anomale.

La sostituzione del CRT rompe lo stallo. All’avvio, finalmente, il PET risponde con il suo carratteristico beep e sul monitor compare un’immagine piena della cosiddetta “spazzatura”. Un bel passo avanti!

Compaiono due cursori. Il computer, inoltre, scrive da solo caratteri confusi.

La diagnosi, dopo una piccola riflessione, è presto fatta: il responsabile è l’integrato PIA 6520, preposto al controllo della tastiera, sostituito il quale il computer inizia ad accettare i comandi da tastiera. Resta il fatto che, ad ogni comando digitato, l’unica risposta è un “bel” sintax error. Inoltre, lo schermo resta pieno di punti esclamativi.

A questo punto, un’analisi attenta ci porta a pensare ad un corto sulla linea video tra il CRT e la sua RAM o ROM, localizzato sul bus dati D0.

Decido quindi di usare un Commodore C64 per testare la SRAM (nonostante abbia già effettuato un test funzionale dei chip con l’aiuto di un programmatore di eprom). Ebbene, questo ulteriore test si rivela decisivo, isolando una SRAM 2114 difettosa.

Effettuata la sostituzione della SRAM, il computer finalmente funziona mostrando lo splendido messaggio del commodore basic 4.0. In laboratorio siamo saltati tutti urlando di gioia. Da tempo ormai questo PET stazionava in laboratorio.

Per l’ennesima volta, il risultato raggiunto conferma lo spirito della nostra associazione, quello della amicizia nel segno della passione per la storia dell’informatica.

Antonio Caradonna

1 thought on “Restauro di un Commodore PET 8032-SK.”

  1. Davide ha detto:
    9 Ottobre 2019 alle 10:28

    Complimenti per il bellissimo intervento, bellissima macchina. Avrei bisogno di un consiglio su una imperfezione del mio 8032-sk. Non partiva neanche il mio però prima di vedere qualcosa ho dovuto sostituire 16 chip delle ram, crt controller, rom kernal, rom basic, pia adesso così la macchina funziona ma ha un piccolo difetto che non riesco a trovare, quando si accende da freddo il cursore non c’è e man mano che si scalda lampeggia più rapidamente fino ad arrivare al suo lampeggio e ogni tanto si vede metà ram e altre volte tutta, cosa potrebbe essere, grazie per l’attenzione attendo una vostra cordiale risposta. buona giornata.

    Rispondi

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