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Federico Faggin, un italiano è il padre del microprocessore.

Posted on 19 Maggio 2015 by Apulia

Pochi sanno, fuori dalla ristretta cerchia degli appassionati di storia dell’Informatica, chi sia Federico Faggin, un italiano che ha avuto un ruolo determinante nella realizzazione del primo microprocessore. Egli segue il destino riservato ai tanti che, pur avendo contribuito a scrivere la Storia, non vengono menzionati proporzionalmente al grado con cui hanno influenzato il corso degli eventi.

Alla fine degli anni 60, assunto dalla SGS-Fairchild, Faggin si dedica allo sviluppo della tecnologia MOS (metallo-ossido-semiconduttore), allora appena agli esordi. A quel tempo, a differenza di oggi, la tecnologia dominante per realizzare i circuiti integrati era infatti quella bipolare: la tecnologia MOS presentava vari problemi irrisolti, in particolare richiedeva tensioni di lavoro relativamente elevate. Ed è proprio Faggin l’autore di innovazioni essenziali fra cui lo sviluppo della tecnica della porta al silicio (silicon gate) usando come conduttore silicio policristallino drogato anziché alluminio.

All’epoca del suo passaggio alla Intel il processore di un elaboratore elettronico occupava un’intera scheda perchè era costituito da centinaia di transistor.

Tra il 1969 e il 1970 assieme agli ingegneri Intel Marcian Edward Hoff Jr. e Stanley Mazer (che la progettano), Faggin (cui si deve la costruzione) realizza la serie “4000”: il circuito 4001, una ROM di 2048 o 4096 bit; il 4002, una RAM di 320 bit con un paio di porte di I/O; il 4003, un registro shift a 10 bit con input seriale e output parallelo; il 4004, un microprocessore a 4 bit in un package a 16 pin, ovvero 2250 transistor compressi in una piastrina di 4mm×3mm.

Il tutto per soddisfare la richiesta della società giapponese Busicom di sviluppare la parte elettronica di una calcolatrice da tavolo. Con lungimiranza Faggin stampa le sue iniziali. F.F., sul microcircuito. Ciò gli consentirà di rivendicare la paternità altrimenti destinata a lunghe diatribe.

Per la loro invenzione, Faggin, Hoff e Mazer hanno un posto nella National Inventor’s Hall of Fame.

Nel 1972 Faggin realizza il microprocessore 8008, il primo chip da 8 bit di uso universale.

Nel tentativo di piazzare commercialmente l’8008, Faggin fa tesoro delle obiezioni dei possibili grossi clienti (IBM, Nixdorf e altri) e decide di creare una nuova versione da ben 4500 transistor, l’8080, capace di 2MHz di clock.

L’8080 ha la possibilità di accettare “interrupts”, il che gli apre un mercato enorme (la logica degli interrupts prevede che le periferiche esterne segnalino al processore quando sono pronte a trasmettere/ricevere/stampare/etc il prossimo pacchetto di dati; mancando la logica ad interrupts, il processore deve continuamente controllare ogni periferica per vedere quale è “pronta” per l’uso – metodo detto “polling” -, sprecando così un sacco di tempo che avrebbe altrimenti potuto dedicare al calcolo).
Nel 1974 Faggin lascia per divergenze con il management Intel, contrario ad assecondare lo sviluppo dei microprocessori, e fonda la società Zilog, dove mette a punto lo Z80, uno dei chip più popolari mai realizzati. Anche il nome Zilog fu inventato dallo stesso Faggin: la lettera zeta, ultima dell’alfabeto, stava ad indicare l’ultimo grido del campo dei microcircuiti, la ‘i’ per integrated, e ‘log’ per logico.

Lascia la Zilog nel 1980 e nel 1986 diventa uno dei fondatori della Synaptics cui si deve l’introduzione del touchpad.

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